
15 Nov Share, la seconda vita degli abiti usati
Share è un franchising di abiti usati. La prima sede al sud Italia è stata aperta lo scorso settembre a Napoli da Ambiente Solidale. In negozio entrano in media 700 clienti al giorno e il 10% del ricavato annuo sarà destinato a progetti sociali del territorio. La cooperativa – che già lavorava nella raccolta e “riqualificazione” degli abiti – in meno di un anno ne ha raccolti diecimila quintali…
Credere nelle seconde possibilità. Non per forza, e non sempre, l’espressione deve rimanere incastrata nel campo della filosofia. La cooperativa sociale napoletana, Ambiente Solidale – del Consorzio Gruppo Cooperativo CGM – ad esempio, ha dato all’espressione un valore molto concreto…
Dal 2006, anno della sua fondazione, si occupa di vestiti. Li raccoglie tra i quartieri di Napoli: Ponticelli, Gianturco, Poggioreale, i Colli Aminei, Capodichino, ma anche Chiaia, Posillipo e poi si allarga in tutta la provincia.
Dopo li trasferisce nello stabilimento di San Giovanni a Teduccio, in cupa S.Aniello e da lì li rimette nel mercato. Attenzione, non parliamo solo di qualche capo. Ma di tonnellate e tonnellate di abiti che grazie al lavoro dell’associazione non diventano rifiuti.
«Dal primo gennaio 2016 al 17 ottobre abbiamo raccolto diecimila quintali di abiti, e il dato fa riferimento solo alla città metropolitana, a questo va aggiunta la provincia», racconta a Vita.it Delia del Gaudio, responsabile della comunicazione all’interno della cooperativa.
«In questi mesi abbiamo raccolto più del solito, è tempo di “cambio di stagione”», ironizza. «Con noi, neanche il 2% dei vestiti arriva al “macello”», continua Delia. «E su ogni chilo raccolto, 3 centesimi li devolviamo ad un fondo sociale gestito dalla Caritas Diocesana di Napoli».
Una parte di vestiti viene “riqualificata” venduta all’estero, la maggior parte in Africa. Quelli che non possono essere riparati, invece, li comprano le aziende: «Prendiamo ad esempio i jeans strappati», spiega Delia. «Possono essere venduti come pezzame industriale». Una buona parte, invece, finisce nei mercatini e negozi vintage sparsi su tutto il territorio nazionale.